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La Clique del 23 Dragoni
Contrariamente ad un concetto diffuso nelle leggende del periodo post-napoleonico, durante il 1° impero i tamburi non sono mai dei bambini. I registri dei reggimenti dimostrano che la loro età media non è diversa da quella degli altri soldati combattenti. Secondo le disposizioni del VII termidoro anno VIII (26 Luglio 1800) relative a "enfants de troupe" (bambini di truppa) e donne al seguito dell'armata, i reparti possono accogliere due "enfants de troupe" per compagnia, bambini di almeno due anni nati dal matrimonio legittimo di una donna aggregata ad un corpo militare e un soldato in servizio o morto in combattimento. Ricevono un'istruzione generale e militare finché, all'età di sedici anni, possono arruolarsi volontariamente. Dall'età di quattordici anni possono essere ammessi, se le loro capacità lo permettono, nella "musica" del reggimento. Inoltre, la norma stabilisce che non possono essere impiegati come tamburi (o pifferi) prima dei sedici anni di età.
La leggenda del tamburo-bambino sembra essere nata da usanze del periodo rivoluzionario precedente la norma e dall'eterna confusione che sinora si è fatta tra "bande di reggimento", orchestre d'intrattenimento e pifferi e tamburi con compiti e funzioni strettamente militari
E' curioso infine sapere che, nonostante nella gerarchia militare il tamburo detenga uno dei posti più modesti, visto che è situato appena sopra l'"enfant de troupe", egli percepisce una paga (soldo) importante, appena meno elevata di quella spettante ai graduati. Ciò perché ciascun tamburo deve provvedere da sé alla manutenzione del suo strumento (cassa, tiranti, corde e accessori vari)
e all'acquisto delle pelli, che vengono tenute in consegna dal Tamburo Maggiore.